Carlo di Borbone: un sovrano illuminato!

Carlo di Borbone, Antonio Canova

Carlo di Borbone nacque a Madrid il 20 Gennaio del 1716, primogenito di Elisabetta Farnese, seconda moglie del re di Spagna Filippo V.

La madre si adoperò moltissimo per trovare in Italia una giusta sistemazione per suo figlio. La prima occasione si presentò con il Trattato di Siviglia del 1729, con il quale la Francia e l’Inghilterra gli riconobbero la successione in Toscana; inoltre, nel 1732, grazie all’eredità di Elisabetta, prese possesso dei ducati di Parma e Piacenza.

Nel 1733, lo scoppio della guerra per la successione in Polonia, offrì l’occasione a Filippo V di riconquistare Napoli e ad Elisabetta di procurare un regno al suo caro figlio.

Carlo entrò a Napoli il 10 Maggio del 1734, accolto trionfalmente dalla popolazione.

Arrivato in città decise di avviare un intenso lavoro per trasformare Napoli in capitale di un Regno.

Si  moltiplicarono le iniziative per rendere sempre più importante l’immagine del re, della sua corte e del suo regno.

Ricordiamo le splendide Residenze regie costruite in quegli anni come la Reggia di Caserta, di Portici, di Carditello e di Capodimonte, ma anche i lavori di modifica e ampliamento del Palazzo Reale di Napoli. Tutte meravigliosamente progettate da grandi architetti quali il Medrano, il Vanvitelli, il Fuga, il Canevari. Il 4 Novembre del 1737, giorno dell’onomastico del sovrano, fu  inaugurato il Teatro san Carlo, il più ampio teatro d’Europa, realizzato in soli 8 mesi.

Sotto la sua reggenza, nel 1738, fu portata alla luce l’antica città romana di Ercolano e, 10 anni più tardi, iniziarono gli scavi anche di Pompei.  Nel 1755 fu creata l’Accademia Ercolanese.

Furono potenziati l’edilizia, l’editoria, la stampa periodica, la Stamperia Reale.

Ma importante innovazione per il Regno fu la nascita delle Manifatture Reali.

Il fenomeno di produzioni artistiche promosse e, spesso, totalmente finanziate dalle corti, si diffuse nel ‘700 e così Carlo decise di fondare delle Manifatture protette a Napoli.

Riuscì ad attirare in città un piccolo gruppo di arazzieri e di intagliatori di pietre dure fiorentini aprendo, nel 1737, i primi due opifici reali borbonici, degli arazzi e delle pietre dure, a San Carlo alle Mortelle.

Nel 1758 il sovrano decise di collocare a Torre Annunziata la Real Fabbrica delle Armi dove poteva essere sfruttata l’energia idrica del Sarno. Qui vennero realizzate lussuose armi da caccia destinate al re.

Ma è al 1743 che risale la realizzazione della fabbrica più importante e prestigiosa del regno: La Real Fabbrica delle Porcellane di Capodimonte. Il re era estremamente interessato alla porcellana per passione personale e questo lo si evince dalla collocazione della fabbrica all’interno di un sito reale. Nel 1745 le porcellane di Capodimonte furono immesse sul mercato grazie ad una fiera che si teneva nei mesi di luglio e agosto davanti al Palazzo Reale di Napoli, in quella che oggi noi conosciamo come Piazza del Plebiscito. Uno degli esempi più interessanti di questa manifattura e senza dubbio il Salottino di Porcellana di Maria Amalia, moglie di re Carlo, eseguito per la Reggia di Portici e dal 1866 trasferito a Capodimonte. Questa piccola stanza di gusto cinese e ricchissimo di particolari raffiguranti scene di vita quotidiana e arricchita di immagini di animali come scimmie e pappagalli.

Carlo amò talmente la sua Fabbrica che, nel 1759, quando lasciò Napoli per diventare Carlo III re di Spagna, decise di portare con sé a Madrid l’opificio reale con tutti i suoi artisti.

Alla sua morte, avvenuta in Spagna il 14 Dicembre del 1788, Carlo fu celebrato come colui che aveva gettato le fondamenta di una nuova Monarchia.

A Napoli Carlo imparò ad essere un Re.

Dott.ssa Rita Laurenzano

Teatro San Carlo di Napoli
Salottino di porcellana di Maria Amalia
Carlo di Borbone