“Ti mando in galera!”
Marzo 23, 2020
“Ti mando in galera”. Siamo abituati a sentire quest’affermazione, quest’avvertimento, ma da cosa proviene?
Il nome “galera” è un ipercorrezione toscana del nome veneziano “galea”,proveniente a sua volta dal greco “galeos” ovvero “squalo”, per la forma lunga di alcune imbarcazioni . Le galee, infatti, erano navi, principalmente da guerra, molto utilizzate nel Mar Mediterraneo per oltre duemila anni, per poi sparire definitivamente nel XVIII secolo.
Avevano una forma lunga circa 45 metri e stretta 5 metri, a remi, perfette per la battaglia, ma poco stabili, tempeste o mare agitato potevano farle facilmente affondare. Ed è per questo che venivano impiegate principalmente nella stagione estiva per rientrare in porto in autunno. Le galee avevano uno sperone fissato a prua che serviva a speronare e agganciare le altre navi durante le guerre.
Una delle più famose battaglie combattuta con questo tipo di imbarcazione, fu la battaglia di Lepanto del 1571, uno scontro navale tra le flotte musulmane dell’Impero Ottomano e quelle cristiane della Lega Santa che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo con Regno di Napoli e Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova e altri. Le galee furono quasi tutte prodotte dalla Repubblica di Venezia e portarono alla schiacciante vittoria della Lega Santa.
Le battaglie avvenivano in mare, le galee si speronavano e i guerrieri si scontravano sulle imbarcazioni. L’equipaggio di ogni galea era formato da un comandante, marinai e rematori.
Questi ultimi facevano il lavoro più stancante e difficile, costretti a remare per ore sotto il sole. Ogni galea poteva avere circa 150 rematori. Ma chi erano questi uomini?
Molto spesso erano schiavi, catturati in guerra e costretti a lavorare per i vincitori, ma a volte non bastavano, come nell’esempio della battaglia di Lepanto e così si decise di organizzare il lavoro in maniera diversa. Vennero impiegati i galeotti. Questo permetteva anche di risparmiare sulla spesa delle carceri. Molti delinquenti, così, iniziarono ad essere arruolati per scontare la propria pena sulle galee. Si preferiva scegliere tra detenuti con una condanna più lunga, così da poter imparare il mestiere, ma, in caso di necessità, iniziarono ad essere “mandati sulle galera” anche i piccoli delinquenti.
Da questo determinato modo di arruolare rematori che proviene il modo di dire “ti mando in galera”, non inteso come carcere vero e proprio, ma come imbarcazione da guerra. P
Pur sempre un modo di scontare una pena!
Dott.ssa Rita Laurenzano