Napoli sospesa e solidale

Da giorni sui social, sulle testate giornalistiche e in tv circola la notizia del “panaro solidale”, cioè il cesto che a Napoli viene tenuto sospeso dai balconi per poter aiutare chi, in questo tragico momento di emergenza, non ha molto, chi ne ha un gran bisogno. L’iniziativa è stata accolta con commozione da tutti gli italiani e non solo, anzi possiamo dire che ha fatto il giro del mondo, arrivando anche molto ma molto lontano dal balcone napoletano. Forse gli unici a non stupirsi del gesto sono stati proprio i napoletani, che da sempre si sono dimostrati solidali con chi ne ha bisogno, perché è proprio da Napoli che il termine “solidarietà” diventa concreto, che il termine “tolleranza” è diventato un simbolo di forza e di connotazione popolare.

Non dimentichiamo che nella città partenopea  è nato il “caffè sospeso”, antica tradizione che, ancora oggi, vive in molte caffetterie napoletane.

Agli inizi del Novecento, infatti, in un periodo non facile per la popolazione, nello scenario dello storico Caffè Gambrinus in Piazza Trieste e Trento, a qualcuno venne un’idea brillante e commuovente: pagare il proprio caffè e anche un altro che poteva consumare gratuitamente chiunque ne avesse fatto richiesta. Perché il caffè a Napoli non è solo un’ottima bevanda, ma una necessità, un rito irrinunciabile per tutti.

Diverse sono le leggende sulla nascita di questa tradizione. Alcuni dicono che fu un signore a donare un caffè in più perché qualcuno non poteva permetterselo, altri affermano che un gruppo di amici che aveva raccolto più soldi rispetto al conto, decise di lasciare un caffè pagato per chi lo avesse richiesto.

Forse il modo più sublime di raccontare questa tradizione è stato trovato da Luciano De Crescenzo con queste parole: “ Quando un napoletano è felice, per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo”

Non è importante sapere come questa tradizione sia nata, basti sapere che è un gesto di solidarietà e di immensa generosità che non ha mai visto la parola fine. Infatti dal caffè sospeso è poi nato il panino sospeso, la pizza sospesa, il giocattolo sospeso ed oggi il panaro solidale, che è sospeso anche lui, ma stavolta da un balcone a testimoniare che a Napoli mai nessuno può considerarsi solo se il popolo lo stringe in un abbraccio, in questo caso a distanza, ma pur sempre caldo, pieno di voglia di riscattarsi, di esserci, di poter dire ancora una volta: “chi può metta, chi non può prenda”.

Il gesto napoletano ha commosso il mondo e ha dato un esempio a tutti, tanto che adesso anche in altre città italiane possiamo trovare dei cesti carichi di cibo e speranza sospesi dai balconi.

Non esiste emergenza capace di fermare il gran cuore delle persone, non esiste paura così forte da farci diventare egoisti. Esiste solo la consapevolezza che insieme si può, sempre e per sempre.

Rita

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