“Si bella e ‘nfama comme ‘o riavulo ‘e Margellina”
Marzo 15, 2020
Quest’antico detto napoletano si riferisce ad un dipinto nella chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina.
La chiesa è nota per ospitare la tomba di Jacopo Sannazzaro; fu proprio lui a volerne la realizzazione nel XVI secolo dopo aver ottenuto quel territorio dal re Federico D’Aragona.
Ed è proprio in una cappella di quest’edificio di culto che si può ammirare un’opera enigmatica e seducente di Leonardo da Pistoia raffigurante San Michele Arcangelo che scaccia il demonio.
L’opera ha colori vivaci e il protagonista, San Michele, indossa un’armatura azzurra che mette in risalto la muscolatura del suo corpo che poggia sulla figura misteriosa sotto i suoi piedi:il demonio con il volto di una bellissima donna con ali rosse, una lunga coda di serpente e il viso rivolto verso il Santo.
Ma chi era questo diavolo con aspetto femminile?
Matilde Serao, nel suo “Leggende napoletane”, ci racconta la sua storia.
Si chiamava Isabella, donna aristocratica, bellissima e consapevole della suo fascino. Molti uomini la desideravano ma lei non si concedeva a nessuno.
Tra gli sfortunati caduti nella trappola di Isabella, ci fu anche Diomede Carafa, vescovo di Ariano Irpino. Più volte i due si incontrarono ma ad un tratto egli perse le speranze di conquistare la donna, fin quando Isabella decise di rispondere alle tante lettere da lui inviate e confessò di provare un forte sentimento per l’uomo e di essere pronta ad una relazione d’amore. La passione tra i due andò avanti fin quando la donna iniziò ad apparire di nuovo scostante, indifferente ed Diomede scoprì ben presto che Isabella ormai era attratta da un altro uomo, Giovanni Verrusio. Il dolore del vescovo fu molto forte e, per esorcizzarlo, egli chiese al suo amico pittore Leonardo da Pistoia di realizzare un dipinto che raffigurasse la donna sottoforma di demonio.
Anche Benedetto Croce ci parla di quest’opera enigmatica, ma la donna in questo caso è Vittoria d’Avalois. Quest’ultima, invaghita di Diomede Carafa, provò in tutti i modi a sedurlo. Croce ci racconta che la donna preparò per Diomede un elisir d’amore che cosparse su alcune frittele che il vescovo mangiò. Fu così sopraffatto dalla bellezza di Vittoria che le preghiere non bastarono per cacciare la sua immagine dalla testa. Vittoria diventò il suo “demone tentatore” e, per riuscire ad allontanarla, commissionò il dipinto in questione al pittore Leonardo da Pistoia.
Ecco perché a Napoli si dice “ Si bella e ‘nfama comme o’ riavulo ‘e Mergellina”, un detto pronunciato nei confronti di quelle donne “pericolose” che utilizzano le proprie armi seduttive per “stregare” i cuori degli uomini.
Dott.ssa Rita Laurenzano
San Michele che scaccia il demonio, 1542, Leonardo da Pistoia